Portale per una mobilità più sostenibile
Basterà ridurre la TTPCP o serviranno altre misure per la decarbonizzazione della mobilità? Oggi le propulsioni alternative sono molto più costose dei camion con motore diesel convenzionale. Il prezzo di acquisto è quasi il doppio. A parte le limitazioni tecniche riguardanti l’autonomia, le aziende di trasporto – soprattutto quelle più piccole – non hanno quindi il capitale proprio necessario. A maggior ragione sarebbe importante che lo Stato offrisse dei finanziamenti di partenza, come fanno già alcuni dei paesi confinanti con la Svizzera. Le sovvenzioni per l’esercizio – ad esempio altre deroghe a livello di TTPCP – vanno invece respinte. Tutte le tecnologie vanno trattate allo stesso modo. In che modo si impegna per la sostenibilità e l’ambiente in veste di Consigliere nazionale? La politica deve creare delle condizioni quadro adeguate che spingano i cittadini a passare volontariamente a una mobilità più compatibile con l’ambiente o a risanare a livello energetico le loro case. Io mi impegno in favore di incentivi e ricompense anziché di bacchettate e punizioni. Il politico della SVP Lars Guggisberg al leggio nel Consiglio Nazionale. Fonte: Guggisberg Come sostenere meglio le PMI che hanno minori disponibilità finanziarie rispetto a big player come Migros e Lidl per aiutarle a passare a una logistica verde? In ogni impresa, le possibilità di investimento nell’attenzione all’ambiente e nell’orientamento alla protezione climatica dipendono dalle dimensioni aziendali, dal ramo, ecc. Quindi non c’è un modus operandi universalmente valido. Molte PMI aderiscono volontariamente all’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEc), dove il focus è però puntato sulla gestione dell’energia e sulla realizzazione di misure economiche di efficientamento. C’è poi un elenco del 2021 di Astag che spiega alle aziende del trasporto su gomma come praticare la protezione climatica in base alle loro particolarità.«Io mi impegno in favore di incentivi e ricompense anziché di bacchettate e punizioni.»
In Svizzera c’è abbastanza biogas o la politica potrebbe promuoverne la produzione e la creazione della relativa infrastruttura in modo più attivo? In Svizzera la domanda di biogas supera l’offerta. Sinora la politica ha promosso appena la produzione di gas rinnovabili da immettere nella rete. Invece ha sostenuto esclusivamente la produzione di elettricità, che è piuttosto inefficiente. Ritengo, però, che le nuove tecnologie – quindi anche il biogas – debbano imporsi sul libero mercato. Solo così il successo è garantito nel lungo periodo. L’economia circolare sta diventando più importante. Ma cosa fare affinché si affermi di più in Svizzera? La cosa più importante è che le aziende non perdano la loro capacità di investimento. Introdurre ulteriori divieti, limitazioni e oneri fiscali restringe fortemente la capacità di agire delle aziende. Servirebbero di più i finanziamenti di partenza e delle misure orientate alle soluzioni. Il commercio di biogas oltreconfine non è ancora consentito. Nota dei tentativi in Parlamento che spingono in questa direzione e che puntano a introdurre certificati per il biogas riconosciuti a livello europeo? Oppure il biogas «Swiss made» frena troppo? Il commercio oltreconfine di gas rinnovabili c’è già. L’anno scorso sono stati importati più di 1000 GWh. Questi gas non vengono però conteggiati nel bilancio nazionale dei gas serra e nelle statistiche figurano come gas naturali convenzionali, dato che la normativa in materia doganale stabilisce che, una volta al confine, le materie importate vengano registrate fisicamente. Ciò non è possibile quando il gas viene importato passando per la rete. Se invece viene importato allo stato liquido in cisterne, il biogas può essere utilizzato e confluisce anche nel bilancio dei gas serra. Sia a livello europeo, sia in Svizzera, si osservano dei tentativi per lo sviluppo di un sistema di commercio internazionale coordinato per la garanzia dell’origine dei gas rinnovabili. (jas, 17 giugno 2021)«Sarebbe ragionevole puntare di più sul biogas.»