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Quando incontriamo Gregor Reinau vediamo la sua Skoda Octavia station-wagon 1,5 G-TEC – nera, lucente e con un logo Coca-Cola poco appariscente. Non è un caso che il consulente alla clientela del servizio esterno abbia scelto l’area di servizio autostradale di Pratteln-Nord per il nostro appuntamento. Lì vicino c’è infatti Biopower Nordwestschweiz AG, che ogni anno trasforma 15’000 tonnellate di rifiuti organici della regione in 1,8 milioni di metri cubi di biogas. Una parte finisce subito nei distributori di GNC dell’area di servizio e poi nel serbatoio dell’Octavia di Gregor Reinau.
La Skoda Octavia è l’auto preferita degli svizzeri. La quattro ruote ceca del gruppo Volkswagen spopola grazie alle sue forme lineari e accattivanti, a una lavorazione asciutta e un prezzo allettante. Tant’è che nel nostro paese questa vettura «da minimalisti» è stata venduta ben 9280 volte. Così l’Octavia svetta nella classifica delle vendite su VW Tiguan (7018), VW Golf (6596) e Tesla Model 3 (5028).
200 immatricolazioni circa sono state messe a segno da Coca-Cola. Da oltre 80 anni in Svizzera, l’azienda ha convertito la sua flotta di 250 veicoli diesel in vetture a GNC. Reinau ricorda che, all’inizio, la nuova tecnologia non aveva suscitato l’entusiasmo di molti suoi colleghi. «Ma stiamo scherzando?», esclamavano i più. «I soliti pregiudizi: scarsa autonomia, poco posto, niente distributori … e la sicurezza, poi? Che succede in caso di collisione?» Reinau, invece, è sempre stato ben disposto nei confronti del GNC: «In genere non ho preconcetti verso le nuove tecnologie.» Alla Auto-Basel, la principale fiera automobilistica della Svizzera nord-occidentale, si era informato per bene allo stand di Gazenergie: «Volevo rispondere con i fatti alle critiche dei colleghi e lì ho ottenuto risposte serie e convincenti.»
Il GNC ha conquistato anche i responsabili della centrale di Coca-Cola Svizzera di Brüttisellen ZH. Per due anni, hanno valutato quanto fosse opportuno puntare su nuovi veicoli aziendali. Il fleet manager Roberto de Miguel aveva persino coinvolto dei collaboratori del servizio esterno con una certa esperienza. Il vaglio si basava su criteri come lo spazio, l’economicità e soprattutto l’ecocompatibilità. Reinau ricorda: «Avevamo preso in considerazione anche le elettriche ma poi abbiamo capito subito che la soluzione sarebbe stata poco praticabile» – troppo scarsa l’autonomia, troppo ridotto il volume di carico. «A casa ci vuole una stazione di ricarica. Ma come fare quando si vive in affitto e si ha un garage sotterraneo? E chi parcheggia sulla strada?», si chiede Reinau.
Fino a mezzo anno fa, il padre di famiglia di Lausen, vicino a Liestal, guidava una Renault Grand Scenic diesel. Il van era ovviamente più spazioso dell’Octavia station-wagon. Ma Reinau precisa: «Oggi trasportiamo molto meno materiale rispetto ad alcuni anni fa.»
Al consulente di Coke è bastato un giro di prova nella sua zona di vendita per mettere da parte gli ultimi dubbi: «Mi ha fatto subito un’ottima impressione. L’auto è eccezionale e non mi sono accorto per niente di essere alla guida di un motore a GNC.»
Dopo sei mesi al volante della Skoda Octavia Reinau è assolutamente entusiasta. Con il motore 1,5 l turbo con una potenza di 130 CV il piacere di guida non manca. La vettura, poi, è molto comoda e fuga il timore di rimanere a secco: «L’auto mi segnala per tempo che devo fare rifornimento – e mi guida subito verso i distributori di GNC più vicini.» Il serbatoio aggiuntivo per la benzina (9 litri) lo ha riempito «forse una o due volte».
Reinau ammette che il passaggio dal diesel al GNC/biogas abbia reso necessario un cambio di mentalità per lui e i suoi colleghi del servizio esterno. «Ma lo scetticismo iniziale era dettato dall’ignoranza. La Skoda Octavia G-TEC è un veicolo straordinario.» Mentre la vecchia Renault emetteva 127 grammi di CO2 a chilometro la Skoda G-TEC si ferma a 99 grammi rilevanti per il clima. Calcolando che Reinau percorre 30’000 chilometri all’anno, parliamo di 840 chilogrammi di gas serra in meno. «Sono entusiasta della cosa: il GNC permette di muoversi senza pesare sull’ambiente e senza rinunce.»