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In Svizzera, il dibattito sulla nuova legge sul CO2 si prepara un nuovo round. Il Consiglio nazionale ha ulteriormente inasprito la legge sul CO2, sia rispetto al progetto del Consiglio federale che alla proposta del Consiglio degli Stati. Oltre a un’imposta sui biglietti aerei, da 30 a 120 franchi a seconda della distanza, il Consiglio nazionale prevede di aumentare il prezzo di benzina e gasolio fino a 10 centesimi entro il 2024 e di 12 centesimi a partire dal 2025. Durante il dibattito, il consigliere nazionale del PVL di Zurigo Martin Bäumle ha fatto notare ai suoi colleghi che le norme più severe in materia di emissioni potevano essere ottenute con un notevole incremento della mobilità elettrica, e che c’era anche una via di uscita: «Anche con i cosiddetti synfuel o i veicoli a biogas, infatti, è possibile raggiungere emissioni prive di CO2.»
Secondo il politico verde liberale, una combinazione di veicoli alimentati a biogas o synfuel, ed elettrici, renderebbe possibili enormi passi in avanti verso la neutralità delle emissioni di CO2 dei trasporti. A ciò sono seguite discussioni anche accese su sussidi, prescrizioni, accordi e tasse di incentivazione con cui il Parlamento vuole ridurre le emissioni di CO2 nella nuova legge. Il Consiglio nazionale ha infine approvato il progetto di legge con 135 voti favorevoli e 59 contrari. Ora la revisione completa torna al Consiglio degli Stati per risolvere le divergenze.
Anche la vicina Germania porta avanti la decarbonizzazione dell’industria e del settore dei trasporti. Il governo federale tedesco punta per il paese al ruolo di pioniere mondiale nell’uso dell’idrogeno. Al più tardi entro il 2040 si dovranno sviluppare capacità di elettrolisi di dieci gigawatt, che corrisponde alla capacità di dieci blocchi di centrali nucleari. Con l’idrogeno prodotto utilizzando energia eolica o solare, il cosiddetto idrogeno verde, si punta a un’inversione di marcia del cambiamento climatico.
Puntuale per il dibattito, nel suo secondo rapporto intermedio la Piattaforma nazionale sulla mobilità del futuro (NPM) ha fornito una valutazione completa dell’impatto a livello di CO2 di concetti di mobilità elettrica, idrogeno e celle a combustibile, nonché di carburanti a base di biomassa e di elettricità, per la protezione del clima nelle attuali condizioni quadro. «Lo status quo delle opzioni di propulsione e di carburante considerate è molto diverso in termini di maturità tecnica, aumento di mercato e accettazione. Tenendo conto di ciò, siamo riusciti a mostrare un potenziale di riduzione di CO2 per il settore dei trasporti entro un corridoio di 26-63 milioni di tonnellate entro il 2030», ha spiegato Barbara Lenz del Centro aerospaziale tedesco.
La commissione tedesca di esperti ha inoltre dichiarato che, per una riduzione mirata e sostenibile delle emissioni di CO2, non è più possibile considerare separatamente il settore dei trasporti da quello energetico. Per la navigazione e il traffico aereo i carburanti alternativi sono indispensabili. La commissione NPM ha spiegato anche che i carburanti a base di elettricità e di biomassa dovrebbero essere utilizzati nel trasporto stradale. Se utilizzate in modo appropriato, le opzioni tecnologiche potrebbero contribuire enormemente a ridurre le emissioni di CO2. Tuttavia, il presupposto per una mobilità neutrale in termini di CO2 è soprattutto l’apertura alle nuove tecnologie e l’espansione accelerata delle energie rinnovabili. (pd/jas, 15 giugno 2020)
Una Hyundai Nexo viene rifornita in una stazione di rifornimento di idrogeno. Fonte: Hyundai