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Quali obiettivi specifici vi siete posti come Consorzio e in che misura i provvedimenti del PNRR sosterranno il CIB nell’attuazione? Grazie alle dieci azioni previste dal progetto «Farming for Future» abbiamo stimato che il settore agricolo potrà produrre circa 6,5 miliardi di m3 di biometano entro il 2030 e creare così 25’000 nuovi posti di lavoro. Rispetto a questo obiettivo di produzione, il PNRR rappresenta un importante piano di azione che permetterà di programmare investimenti nel settore agricolo partendo da progetti immediatamente cantierabili grazie ad un ampio processo di riconversione di moltissimi impianti biogas esistenti verso il biometano. Inoltre, i provvedimenti di riforma connessi agli investimenti del PNRR saranno importanti per superare le criticità che ad oggi hanno frenato il pieno sviluppo delle iniziative agricole. Piero Gattoni, presidente del Consorzio Italiano Biogas. Fonte: CIB Perché il biometano è un carburante così importante per l’Italia? Il biometano avendo le stesse caratteristiche del gas naturale, ma rinnovabile, potrà contare sulla capillare diffusione della rete del gas, un’infrastruttura strategica che potrà connettere gli impianti biometano a diversi mercati di utilizzo. Attraverso la rete del gas si potrà distribuire un gas rinnovabile e al contempo promuovere la valorizzazione di una filiera interamente italiana. La sua diffusione potrà consentire, ad esempio, a diverse famiglie di sostituire l’alimentazione tradizionale con carburanti fossili con un biocarburante rinnovabile senza la necessità di sostituire la propria auto. Che ruolo svolgono i gas rinnovabili e il biogas nella trasformazione dell’Italia in un paese a impatto zero sul clima? Secondo un recente studio pubblicato da Navigant per Gas For Climate, consorzio delle principali aziende europee di trasporto del gas tra cui anche il CIB, sottolinea come un target del 10% di gas rinnovabile nelle rete permetterebbe una riduzione del 55% delle emissioni al 2030. Richiamando il già citato progetto «Farming for Future» come CIB abbiamo dimostrato che attraverso le dieci azioni proposte, se correttamente implementate, si possono ridurre le emissioni grazie all’impiego delle fonti rinnovabili in sostituzione di quelle fossili.«I vari attori del mercato sono collettivamente coinvolti in un processo di trasformazione in cui il biogas agisce da anello di giunzione lungo la catena del valore.»
Il trasporto pesante rappresenta un’opportunità per la decarbonizzazione. A Rimini e Torino ci sono già due distributori di biogas liquefatto (rispettivamente LBG e Bio-LNG). Quali piani state perseguendo in proposito? Il decreto biometano del 2018 ha promosso anche l’incentivazione per la diffusione di impianti di liquefazione e distribuzione di Bio-LNG. Ad oggi, ci sono in Italia circa venti progetti già in cantiere o in via di autorizzazione di impianti per la produzione di Bio-LNG agricolo, sono presenti una novantina di distributori di LNG e sono circa 3000 i mezzi a Bio-LNG. Come CIB siamo impegnati affinché si possano sviluppare nuovi hub di Bio-LNG per ridurre la distanza percorsa dal carburante (oggi importato dai terminal di Barcellona o Marsiglia), per favorire una maggiore indipendenza dalle fonti di gas esterne al Paese e un abbattimento quasi totale delle emissioni di CO2 e di particolato. Abbiamo recentemente costituito la prima cooperativa agricola - Cooperativa Verdemetano - di cui fanno per ora parte circa venti aziende agricole, che ha l’obiettivo di aggregare e valorizzare sul mercato la produzione di biometano, attraverso partnership forti anche nel mercato dei biocarburanti avanzati. Questa iniziativa agricola, aperta a tutti i futuri produttori, ha tra i suoi punti di forza: la presenza capillare sul territorio, la forza organizzativa, la lunga esperienza maturata negli anni. Trasferimento del bio-GNL nel distributore. Fonte: CIB. Come sensibilizzate le autorità, la popolazione e i politici in merito ai vantaggi del gas/biogas come carburante? Il lavoro di sensibilizzazione e informazione che svolgiamo quotidianamente è significativo soprattutto in un momento in cui distinguere le informazioni vere dalle fake news assume una importanza rilevante. Come Consorzio ci rivolgiamo sia alle istituzioni che ai cittadini, e agli stessi agricoltori, per diffondere la cultura del biogas fatto bene e i vantaggi sia come vettore di decarbonizzazione nel settore dei trasporti sia come motore di innovazione ed economia circolare all’interno della stessa azienda agricola migliorandone il ciclo produttivo. Svolgiamo inoltre una intensa attività di informazione istituzionale partecipando alle audizioni parlamentari, a convegni e webinar dialogando con i rappresentanti del mondo politico, accademico e dell’industria. Riserviamo anche un’attenzione costante alla comunicazione sui media. Recentemente, poi, abbiamo lanciato la piattaforma online del progetto «Farming for Future» per permettere un’ampia condivisione dell’azione del CIB su più livelli (cittadini, mondo agricolo e industriale, ambientalista, accademico, istituzioni e media). Anche le collaborazioni con le associazioni ambientaliste come Legambiente sono sicuramente molto importanti per le nostre attività di comunicazione.«Già un obiettivo del 10% di gas rinnovabile nelle reti entro il 2030 ridurrebbe le emissioni del 55%.»
Il biogas è CO2-neutro ed è quindi un carburante ideale. Perché pensa che il biogas non ha la stessa risonanza riservata all’elettromobilità? Il biogas non è attraente? Credo che il lavoro svolto in questi anni dal Consorzio abbia permesso di far conoscere le potenzialità del biogas integrato all’interno dell’azienda agricola. La nuova agenda politica e la rinnovata sensibilità dei consumatori verso prodotti sempre più green e sostenibili ci permetteranno di ritagliarci maggiori spazi di dialogo nell’ambito del dibattito sulla strategia climatica e sulla pianificazione nazionale in tema di transizione ecologica. L’approccio multisettoriale e di sistema del PNRR pongono le basi per una maggiore conoscenza e scambio di informazioni tra mondo industriale e mondo agricolo sulle potenzialità del biogas. I diversi player del mercato, dalle industrie che intendono produrre in modo più sostenibile, a chi gestisce il trasporto del gas per le potenzialità del biometano di rendere green la rete, alla logistica che sempre di più si rivolge al bio-LNG, saranno spinti verso un percorso di transizione in cui il biometano rappresenta un anello di congiunzione tra le diverse filiere.«Il governo considera il biogas come una fonte energetica strategicamente importante, soprattutto per i settori difficili da elettrificare.»
Cosa ci vorrebbe perché il gas naturale/biogas fosse considerato un carburante alternativo sullo stesso piano dell’elettromobilità? Nelle nostre imprese agricole, grazie alla digestione anaerobica, possiamo produrre per diversi mercati delle rinnovabili, elettrico programmabile e biometano per trasporti o per usi finali. Siamo convinti che il percorso di transizione verso il traguardo di un’economia «net zero» debba prevedere un mix equilibrato di risposte, superando approcci ideologici. La mobilità a biometano è sicuramente una soluzione immediata per il trasporto leggero in Paesi come l’Italia che ha una rete distributiva capillare e di medio lungo periodo per il trasporto pesante, il settore agricolo e navale. Secondo lo studio «Gas for Decarbonisation. Pathways 2020-2050» di Gas For Climate, sfruttando il pieno potenziale del biometano si possono risparmiare 200 miliardi di euro rispetto a uno scenario full electric. (cst, 21 maggio 2021) Rifornimento di un camion Iveco con bio-GNL. Fonte: CIB«Il biogas ha le stesse proprietà del gas naturale, ma è rinnovabile.»